Care e cari Presidenti,
perseveriamo nella nostra azione di mobilitazione per l’equità fiscale, contributiva e
previdenziale che abbiamo scelto di affidare a Cida e che ci impegna in difesa dell’intera
categoria.
Dopo l’evento “Siamo tutti lavoratori” organizzato in autunno, seguito dal lancio della petizione
“Salviamo il ceto medio” oramai alla soglia delle 50 mila firme raccolte, dopo gli incontri a
Palazzo Chigi, le interlocuzioni con le forze di Governo e di opposizione, e le cause giudiziarie
avviate presso sette diversi Tribunali, possiamo dire senza indugi che siamo promotori di
una vera e propria campagna di tutela del ceto produttivo del nostro Paese: parlo della
parte operosa, capace e intraprendente del nostro Paese, la parte onesta che muove
l’economia e che paga le tasse e che, nonostante tutto, si ritrova sempre più isolata e colpita da
ripetuti provvedimenti falsamente redistributivi.
I dirigenti pensionati hanno perso in un solo anno circa il 10% del potere d’acquisto e nel 2024
saranno ancora più penalizzati dagli effetti inflattivi e dalla tagliola della ristretta perequazione.
I più giovani, invece, stanno perdendo fiducia verso il sistema fiscale e previdenziale, colpiti
anch’essi dall’elevato costo della vita e senza più speranze di veder riconosciuto in futuro un
corrispettivo adeguato al contributo del loro lavoro.
Questo malessere diffuso che noi conosciamo merita attenzione e soprattutto il nostro impegno
nel rappresentare il ceto medio in tutti i consessi.
La petizione “Salviamo il ceto medio” costituisce uno strumento utile per far pesare le
nostre ragioni verso il decisore politico e verso l’opinione pubblica.
Dobbiamo insistere e raccogliere più firme possibili.
Non soltanto della dirigenza, ma di tutti quei contribuenti (il 14%) che, da 35mila euro di reddito
lordo in su, sostengono il peso del welfare versando il 63% circa di tutto il gettito Irpef.
Ecco perché, oltre a tutte gli altri progetti che stiamo conducendo con tenacia, vi chiedo di unirvi
a un’ulteriore iniziativa pubblica finalizzata alla raccolta firme: l’Open Day per la
petizione “Salviamo il ceto medio”.
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